Varesino di nascita ma tarquiniese d’adozione, Berti riceverà il "Premio Nazionale di Arte Contemporanea"
Fabrizio Berti scelto come miglior artista del 2016 in seno al Premio nazionale di arte contemporanea di Roma. Varesino di nascita ma Tarquinese di adozione Berti vuole far conoscere al pubblico della sua provincia di origine di essere stato insignito del riconoscimento.
«In questi giorni sono stato contattato dall’Associazione “Arte musei Roma” nella persona del Dott. Marco Grilli, per ricevere il “Premio Nazionale di Arte Contemporanea” come migliore artista del 2016. Ospite d’onore di questo evento il “Conte Daniele Radini Tedeschi”.
Fabrizio Berti nasce a Somma Lombardo (VA) e inizia il suo percorso artistico negli anni settanta. Frequenta il Liceo Artistico “Angelo Frattini” di Varese, negli stessi anni approfondisce gli studi di grafica pubblicitaria ed è lì che affina la paziente arte della comunicazione e della sintesi. Non rimane nella filosofia grafica del mezzo pubblicitario unisce con genio e talento la storicità dell’immagine in un laboratorio di restauro sotto la guida del Maestro Pensa. Approfondisce la tecnica pittorica e il disegno frequentando dei corsi. Negli anni ottanta indaga la commistione di varie tecniche tra cui quella dell’acquarello e della guache. Tra gli anni ‘80 e primi anni ’90 partecipa a mostre collettive in cui venne definito un’”impressionista puro”. In questo periodo inizia a eseguire le prime opere scultoree con la tecnica della modellazione della creta e dell’argilla.
Riesce ad elaborare una tecnica di finitura tutta personale per cui la superficie delle sculture risulta perfezionata da una cromia che fa pensare al bronzo. Lui ama definirsi una persona che lavora sulla spinta di un mandato che gli è stato pervenuto da una entità superiore. Io sono credente pur non praticante. Quest’artista vive la convinzione che il suo fare arte sia un mezzo e la sua “missione” è iniziata dalla nascita, lo scopo è quello di trasmettere le emozioni quasi che l’emozionare l’osservatore sia l’unica strada per dar voce alla persona interiore, all’anima. “Io ho promesso di vivere d’arte anche dopo la mia morte.” Per lui l’arte è un fremito interiore è il linguaggio cosmico che ci mette in contatto con il Dio Creatore. L’artista con Berti si riscopre unito alla scintilla primigenia che dal caos creò il cosmo, l’ordine e l’armonia che sostiene e da significato ad ogni essere vivente.
È per ciò necessario unire l’esperienza filosofico estetica di Fabrizio Berti all’evoluzione dell’uomo nello spirituale inteso come riscoperta del se, dell’anima come essenza stessa del vivere. Su questa base che fa dello spirituale, la genesi di ogni ispirazione quest’artista dalla fine degli anni novanta a oggi compie uno studio approfondito sulla forma, sulla figura e sul colore. Non c’è quindi la perenne melanconia di Fausto Pirandello e di Giorgio Morandi, nelle sue opere quasi monocrome l’osservatore trova la sintesi mirabile della forma che diviene ricordo, memoria del vissuto. Nei dipinti di Berti, ciò che emerge è una continua evoluzione che evidenzia l’analisi dell’artista sulla percezione interiore della “ratio” in relazione all’infinito che si percepisce nella morte. In Berti via e morte, eros e thanatos si equilibrano e trovano spiegazione nel lavoro dell’artista. Ecco il senso del coinvolgimento dell’artista che si immedesima nell’arte che è vocazione e nell’osservatore che nella visione riscopre il vero senso del contemplare cioè io guardo perché dall’opera si irradia quell’infinito che mi conosce fin dall’inizio dei tempi.
MOSTRE:
– Venezia-Firenze,Milano- Varese-Roma- Caserta-Bari- Salerno. – Premio Città di NewYork-Svizzera- Germania-Miami.
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