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critica.

Vittorio Sgarbi

"Potrà apparire ormai insensato lo scontro tra figurativi e astrattisti, che ha dominato la prima metà del secolo scorso, e oggi liberi tutti. Un pittore come Fabrizio Berti può scegliere un racconto semplice nel descrivere una pasticcera, ritrarre un amico fedele, una coppia di anziani che camminano abbracciati con una serena stesura neoimpressionistica. Per questo pratica una tecnica mista, realizzando oli che hanno la freschezza e la velocità degli acquerelli".

Elena Gollini
Le opere di Fabrizio Berti si inseriscono perfettamente nell’arte di moderna e contemporanea impostazione, ma sono al contempo fortemente connesse e congiunte alla lezione di matrice classica e al disegno pittorico perpetrato nella tradizione. La campitura cromatica e le sfumature tonali, stese con composta e ordinata levigatura, trasmettono sensazioni emozionali permeanti. L’eleganza del disegno conferma e rafforza l’armoniosa formulazione del colore, che confluisce a comporre una struttura narrativa di delicata e aulica rievocazione. I soggetti hanno sembianze gentili e sono raffigurati in modo da infondere nello spettatore percezioni di pacata calma e suadente dolcezza e possiedono un “quid” speciale di atmosfera antica, dal gusto un po’ retrò e dal sapore di “amarcord” riprendendo il concetto riferito ai personaggi felliniani.
Berti analizza attraverso le rappresentazioni figurative la personificazione dell’arte, che trova la forma espressiva ideale nel soggetto umano, che acquista posizione di centralità, mentre il paesaggio circostante e il contesto d’ambientazione, che fungono da cornice di contorno, sono utilizzati come strumenti per amplificare ed accentuare ulteriormente tale proiezione d’immagine, aumentandone il valore intrinseco nella sua essenza sostanziale. Le figure riprodotte nei dipinti sono il simbolo della suggestione inconscia e recondita dell’arte. Infatti, il suo lavoro, supportato dalla tavolozza cromatica ben dosata e distribuita con equilibrio proporzionato, trasmette una visione docile e delicata del soggetto nella sua postura e gestualità, come se ci guardasse da un piano prospettico differente e più elevato, avvolto da un’atmosfera di rassicurante propensione. La formulazione dell’immagine e la costituzione della struttura sono realizzate senza ricorrere a ridondanti artifici elaborativi e complicate forzature progettuali, ma rispecchiano e ricalcano una sobrietà spontanea e calibrata, che non vuole simboleggiare significati complessi, misteriosi e di enigmatica interpretazione, ma si rende facilmente comprensibile e fruibile a tutti e si protende a penetrare nell’animo dell’osservatore, toccandone le corde del cuore con una coinvolgente carica di magia poetica.
I dipinti di Berti rappresentano la purezza dell’arte, da cui l’artista demiurgo attinge e ne celebrano la bellezza incontaminata e di autentico candore nella sua più genuina manifestazione. Il filosofo Scruton sostiene, che l’arte che provoca non è arte e che la vera bellezza risiede nei gesti gentili. Berti è artefice di una pittura, che sprigiona un senso di spiritualità. Una pittura sussurrata, sottovoce, che trasporta un sentimento che assomiglia a un emozionato rispetto. Una pittura, che riesce a scendere e a calarsi nel profondo della sfera interiore, risvegliando antiche sensazioni che credevamo perdute, ma che grazie all’abilità del suo pennello e alla spiccata sensibilità che lo guida, possiamo recuperare ed essere pervasi da una commistione di sentimenti positivi e di sorprendenti e piacevoli percezioni emotive.

Tamara Torresi

Fabrizio Berti è un artista unico.
Le sue opere non rimandano. Non ricordano. Essenzialmente sono.
L’essenza si libera nei colori che evocano sintonie di un’anima non artefatta, fedele a se stessa. L’impressionista puro sfiora con il pennello il neoimpressionismo.
L’emozione ottica si fonde con l’emozione soggettiva. L’anima capace di emozionarsi ed emozionare, pur non mutando la sua origine, cresce.
E la crescita diviene evoluzione in questa grandezza dove resta ancora molto da scoprire.

pubblicazioni.

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